L’alimentazione sbagliata presenta il conto

È Un’alimentazione sbagliata non solo fa male alla salute, ma costa anche ad ogni cittadino 289 euro l’anno: in particolare, l’obesità rappresenta un fattore di rischio che favorisce molte malattie. Lo rimarca Coldiretti Varese nel ricordare l’importanza di riscoprire il “mangiar sano” anche e soprattutto attraverso la filiera corta: un aiuto importante giunge dai Mercati di Campagna Amica, dov’è possibile approvvigionarsi dei prodotti territoriali e che resteranno “aperti per ferie” anche per l’intero mese di agosto. In particolare nella città capoluogo, Varese, i farmer’s market settimanali sono due: uno nella centralissima piazza Giovine Italia, ogni giovedì mattina, secondo è nel piazzale dello stadio di Masnago, ogni venerdì mattina. A Gallarate il Mercato di Campagna Amica si tiene ogni martedì mattina in via Torino mentre a Induno Olona l’AgriMercato si svolge alla mattina di ogni primo, terzo, quarto e quinto sabato del mese nel rione San Cassano.

Un ruolo importante per la salute che – precisa la Coldiretti provinciale  – è stato riconosciuto ad oltre un decennio dall’iscrizione della dieta mediterranea nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’Unesco avvenuta il 16 novembre 2010. Uno studio di Claudio Franceschi, professore emerito di immunologia dell’Università di Bologna, monitorando 600 persone che per un anno hanno adottato la Dieta Mediterranea e 600 che hanno seguito altri stili alimentari, è arrivato al risultato che i primi in un anno sono “ringiovaniti” di un anno e mezzo.

Il paradosso è che proprio nella patria della buona tavola, sia in aumento l’obesità infantile e degli adolescenti perché i giovani stanno perdendo l’abitudine a consumare i cibi più salutari: la Dieta Mediterranea è un tesoro del Made in Italy che ha consentito all’Italia livelli di longevità fra più alti al mondo, ma è sotto attacco – denuncia Coldiretti – su più fronti, a partire dal clima fino ad arrivare all’economico e politico europeo. I cambiamenti climatici con i danni provocati dalla siccità e dal maltempo in Italia hanno tagliato le produzioni degli alimenti base della dieta mediterranea con il crollo del 30% per l’extravergine di oliva, del 10% per passate, polpe e salse di pomodoro fino al meno 5% per il grano duro destinato alla produzione di pasta tricolore.

Con l’esplosione dei costi causata dalla guerra in Ucraina più di 1 azienda agricola su 10 (13%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività – evidenzia Coldiretti Varese – ma ben oltre 1/3 del totale nazionale (34%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dei rincari spinti dalla guerra in Ucraina.

Da qui la necessità di una comunicazione al consumatore che può essere garantita solo da un’etichetta sempre più trasparente eleggibile e soprattutto adottata non solo in Italia, ma anche nell’Unione europea. Proprio per assicurare una piena trasparenza su quanto i cittadini mettono nel piatto, Coldiretti con la mobilitazione “No fake in italy”, partita dal Brennero e poi condotta sui porti, ha lanciato una raccolta di firme per una legge europea di iniziativa popolare per estendere l’obbligo dell’indicazione dell’origine su tutti i prodotti alimentari in commercio nell’Ue. Una mobilitazione che può essere sostenuta firmando in tutti i mercati contadini di Campagna Amica e negli uffici Coldiretti, promossa anche sui social media con l’hashtag #nofakeinitaly.

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